December 30, 2012

Secondo Appello Meridionale di Psicopatologia


Apulia

L'ora s'era fatta pressa. Le prime Murge attendevano la mezza quando i nostri cercavano un improbabile parcheggio in centro. Il colle della collina, Cisternino. Provincia brindisina quasi barese. La cittadina era stata annunciata al mondo quale ultima roccaforte pugliese al malodestino dei Maya. Non avrebbe retto invece all'apparentemente innocuo incontro del 28.12.12 in occasione del 


Secondo Appello Meridionale di Psicopatologia




Tre gli ospiti della cittadina del nord Salento. Tre gli avanguardisti della Psicopatologia e della Cultura Meridionale a sfidare i campi di ulivi prima ed i vicoli cittadini poi. Le grigliate locali ed il vino rosso poi.

Ardito, Colavero, De Giorgio.


Colavero e Ardito si accolgono


L'occasione attesa da un anno, il ritrovo di due amici, onorati poi dalla presenza della consorte di uno dei due. Il 2011 li aveva portati a conoscersi ed a discutersi di psicopatologia e filosofia nella piazzetta di Carovigno, ancora più a sud del sud brindisino. Erano volate parole grosse allora e grosse pacche sulle spalle, freni a mano in discesa e caffé in piccoli bar abitati da anziani. Ci si era fatti allora più che conoscenti, quasi parenti di date e nascite.

Colavero e Ardito si riconoscono

Così, tra incontri estivi partenopei e contatti mai muti s'è riproposto l'appello, la seconda edizione della fratellanza. Ci si è riconosciuti di vini e testi, riviste e fenomenologia. Raccolte di vite e psicopatologia, clinica e profondità. Suggerimenti e progetti. Di locande ed antipasti.
Ci si è scambiati vicendevolmente i regali come Magi senza stella.



Il "Cacc'e Mmitte" di Lucera alle prese con i nostri.


La signora certo ha condotto, guidando il traffico e decretando la giustezza, l'altezza delle strette. 
Ha guidato il conto finale e la scelta degli antipasti, immaginato progetti e collaborazioni, orizzonti di ricerca e di Mediterraneo psichiatrico. Infine. Unica vera ricercatrice, fiera avversaria e grande ammiratrice di Husserl. Giusta misura. Ha anche guidato il quattroruote sino alla sosta di Locorotondo.
S'è fatta attenta fotografa.

Il terzetto d'orgoglio post prandiale

Cisternino, per ultima, s'è presa la sua vendetta. Per un certo orgoglio di pareti immacolate e scale in ogni direzione salenti. I vicoli ci hanno preso dentro e disperso più volte. 
Girovaghi stanchi, con infinite parole in mente, le mani frementi di tastiera e penna, di progetti da portare avanti e contatti da tenere e ritenere. Questioni andate e future hanno preso parte alla comune perdita tra i viottoli di Cisternino. La calce bianca ci ha adottato, c'ha dato e fatto segno di tornare. I binari c'hanno preso di curva.
Restare quantomeno a tenere la posizione. Meridionale e levantina. Lenta, adatta ma non adattabile.


Le famose scale salenti di Cisternino

I binari di curva


Ci siamo stati. Abbiamo preso e ci siamo dati. Portiamo a casa, a Parma come a Polignano a Mare, a Maglie come a Milano e Firenze, nella Murgia alta, in clinica come in comunità, in studio infine, ci riportiamo indietro noi stessi. Una giornata sentita. 
Una questione di affinità, personale e lavorativa, d'ideale ed interesse. Di visione e scelta dalla carta dei vini.
D'amaro e dessert che ancora c'addolce il palato di futuro.
Il prossimo anno, stessi luoghi vicinati. Stessi passi mai leggeri. Stessa vita mai la stessa.

Reduci per la terza volta. Alla prima occasione.

Reduci dalle cose stesse