June 24, 2006

la pesantezza del sabato sera

proseguendo jaspersianamente sulla scia delle astruse preferenze di paolo tra sabato e lunedì (sarà perché Calvi il lunedì non esiste?), un sabato sera frastornato da una guardia vi posto questa mia tormentata..
pensata in realtà l'altro giorno di ritorno dal colloquio con "il mio paziente quello delle mani", un tormento per chi mi vede uscire dal DH (Irene ed Eleonora saltate questo post) e sa che attaccherò delle pippe infinite cariche di dubbiosi "che cosa ho fatto ora".. ma non sto a descrivervi il caso clinico, cosa peraltro poco deontologica su blog, bensì estrapolo e generalizzo
la domanda è: CHE COSA FARE CON LA DIFFUSIONE DEL PENSIERO?
dopo che hai pensato "fiko, un sintomo di primo rango, allora esistono" e poi, fortunatamente lo stupore: "dottoressa sto bene quando esco di più la sera, solo che mi sento un po' stupido perché i miei pensieri escono e tutti sentono quello che penso invece di tenermeli per me" e io attonita penso "cazzo, ti rendi conto" poco aulico ma forse empatico o quanto meno simpatico
e poi, fresca di letture stanghelliniane.. "e ora?" annaspo ma cerco di non perdere l'attimo almeno tento di allargare la descrizione, quando succede? e al contrario? "leggo i pensieri degli altri che si esprimono come voci", ma solo a casa fuori quasi mai, poi le voci sono diverse per lo più la notte sul cuscino "a volte mi curano, mi danno consigli e allora sto bene, altre mi sfottono e allora mi innervosisco" quelle dei familiari sfottono non accudiscono mai, quelle positive chi sono "sì in genere persone che conosco" no no no non mi guardare in quel modo come a dirmi "sì sento anche lei dottoressa" (intuizione delirante della dottoressa).. perché non mi sono fermata a chiedere se il Tavor era troppo?
e ora che faccio? che senso ha parlare della diffusione del pensiero salvo il mio godimento intellettuale? cosa pensa, viene dai suoi originari sintomi di base o un problema di iperriflessività? e dovrei riparlarne tentare di ragionare su cosa si pensa del pensiero se può fare queste cose e cosa si prova.. e poi? e poi l'attrazione della potenza del significato "le voci dei familiari non sono mai positive, non so come mai" trova il significato nascosto, il vulnus patogenetico insito nella famiglia, ma per decodificare il significato quattro anni di scuola psicodinamica 5000 all'anno, prego, per produrre metafore senza garanzia alcuna di autenticità, forse basterebbe leggere tanti romanzi, comunque sembra più utile dell'iperriflessività, forse

che cosa fare prossima volta con la diffusione del pensiero e la telepatia? talvolta fascinata talvolta angosciata
vi auguro la buonanotte, fenomeni

3 Comments:

Blogger joao minkowskao said...

ciao martinasenzarabbia,come un pò avrai intuito io soffro invece di concretismo e ancor di più di simmetrie patologiche, per esempio a uno che per ipotesi mi chiedesse "perchè non provo rabbia coi border?" sarei capace di rispondere perchè sei border! ;-)
così su questa falsariga di fronte all'incontro con una diffusione dei pensieri risponderei: diffondi i tuoi pensieri... ma l'hai già fatto qui sabato sera no?
quindi mi hai spiazziato che risponderti?...
comunque seriamente lo sai che nessuno di noi sa risponderti spero!
ti mando solo qualche flash che mi ha smosso la tua diffusione di pensieri, pure contradditori:
1) la risposta non c'è anzi non bisogna incallirsi sui sintomi di primo rango...pater minkowski scriveva "oltre a sapere che il malato è schizofrenico importa di più vedere fino a che punto non lo è"
2)"la risposta è dentro di te epperò è sbagliata!"
3) nella mia piccola esperienza mi sembra che comunque spesso (o sempre dopo che passa un pò di tempo?) una persona che vive esperienze di primo rango le riesce a distinuguere dalle "esperienze comuni" dello stesso campo percettivo/volitivo/ecc ecc... manco io so che farmene però a volte cerco con i "pazienti" queste differenze... però non so dove porti sta cosa... quindi ripeto e rilancio con te? che famo? gna famo?
4)la cosa che mi è piaciuta del tuo sfogo è la registrata che ti dai dopo lo stupore/attrazione/autocompiacimento/goduria/ecc ecc che si può avere davanti a un'esperienza strana, a una diagnosi interessante ecc ecc, cioè che ce ne facciamo del cinismo sadico/narcisistico? Ti e vi lascio allora almeno una cosa seria, è una frase di uno dei fotografi che preferisco, un fotografo di guerra, James Nachtwey, che mi tengo a mente come stella polare per essere un buon apprendista psichiatra:
"la peggiore cosa è di sentire che come fotografo posso trarre benefico dalla tragedia di qualcun altro. Questa idea mi tormenta. E' qualcosa con cui debbo fare i conti ogni giorno, perchè so che se mai permettessi alla mia sincera compassione di essere sopraffatta dall'ambizione personale avrei venduto la mia anima". Quindi anche di fronte ai sintomi di primo rango primo non nuocere, è imporatnte anche sapere che cosa non fare no?

10:50 PM  
Blogger martinasenzarabbia said...

grazie della confortante e illuminante missiva.. quasi quasi me la stampo e appiccico sopra la scrivania especially il binomio minkovwski-quelo

salutiebbaci

11:59 AM  
Blogger Unknown said...

tipo... il godimento intellettuale citato da "martinarageless" mi sembra essere la via regia verso quell'indagine, sorella della curiosità, alla quale aneliamo, credo tutti (ma non mi prendo la responsabilità della mia affermazione)...
un salute

10:09 AM  

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